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Misure coordinate, ma fondi divisi Paese per Paese

di Isabella Bufacchi

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12 ottobre 2008

Misure coordinate, piani condivisi, interventi unificati, cassetta degli attrezzi comune per i 15 Paesi dell'eurozona e in prospettiva per i 27 membri dell'Ue: ma i fondi e le casse dai quali verranno attinte le garanzie statali su prestiti interbancari e su obbligazioni bancarie e i sostegni finanziari per le ricapitalizzazioni delle banche, questi invece saranno nazionali. La macchina anti-crisi sarà uguale per tutti in Eurolandia e nell'Europa Unita: potrà percorrere solo strade tracciate a livello europeo, ogni Stato potrà guidarla come vorrà ma dovrà alimentarla con la sua benzina.

Questo è il grado massimo della cooperazione emersa ieri al termine della riunione dell'Eurogruppo a Parigi: nessuna cifra, nessun fondo, nessuna cassa comune. I tasselli mancanti verranno riempiti a livello nazionale a cominciare da domani quando Italia, Germania e Francia dovrebbero annunciare i primi importi in decine o centinaia di miliardi di euro per quantificare i rispettivi impegni per fronteggiare la crisi finanziaria. L'accordo raggiunto ieri introduce la garanzia sui prestiti interbancari e sulle obbligazioni bancarie a livello di Eurogruppo, estendendo un'iniziativa che finora era stata adottata a macchia di leopardo ma non in Italia. Per contro l'ingresso dello Stato nel capitale delle banche in difficoltà per ricapitalizzarle e rafforzarne la base patrimoniale, uno strumento da oggi ufficialmente nella cassetta degli attrezzi dei Quindici, è entrato già nell'ordinamento italiano tramite il decreto-legge del Governo Berlusconi entrato in vigore lo scorso giovedì.

Per l'Italia dunque la partita si complica. Sebbene a ogni Stato sia lasciata una certa libertà di manovra e nonostante il fatto che l'Eurogruppo si preoccupa di non scatenare disparità di trattamenti e corsie preferenziali, la garanzia sulle obbligazioni bancarie è un intervento pesante per i conti pubblici. L'esempio inglese è illuminante. La Gran Bretagna ha annunciato che garantirà le emissioni obbligazionarie con scadenza fino a tre anni delle banche inglesi per un importo massimo di 250 miliardi di sterline. Gli addetti ai lavori prontamente hanno fatto il calcolo se questo paracadute è grande a sufficienza: e in effetti tra il 2008 e il 2010 scadono 195 miliardi di sterline di obbligazioni delle prime otto banche. La garanzia quindi consente il roll-over di questi bond, l'emissione di nuovi per rimborsare i vecchi in scadenza. Gli altri 50 miliardi di sterline potranno servire per istituti minori. Resta da vedere se domani il Governo italiano annuncerà una garanzia per qualche centinaio di miliardi di euro per garantire le emissioni delle principali banche italiane che dovranno essere emesse nei prossimi cinque anni per rimborsare quelle in scadenza.

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